Origini: La Grafologia Morettiana

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La grafologia o “studio della scrittura”, come suggerisce l’etimologia greca, ha radici molto profonde, ma si è sviluppata in modo organico e strutturato in Italia solo all’inizio del XX° secolo, allorchè padre GIROLAMO MORETTI (1879-1963), frate francescano nato a Recanati, elaborò un sistema che per complessità e profondità era senza precedenti.
Presupposti epistemologici del metodo morettiano sono la relazione fra scrittura e subconscio da un lato, e fra scrittura e centri nervosi dall’altro.
La personalità si configura come sintesi dinamica di struttura e funzionalità fisiologica, psichica e sociale, che risponde a tre istinti fondamentali: di sopravvivenza (istinto vitale), di autoaffermazione ed espansione (istinto sessuale), di elevazione all’ideale (istinto psichico).
Il nucleo della personalità ruota attorno ad alcuni motivi dominanti che ne improntano il temperamento (assalto, resistenza, cessione, attesa) e le manifestazioni (passione predominante).
La grafologia morettiana procede dall’individuazione del sistema segnico (complessivamente una novantina di segni) qualificante dello scritto in esame. Ogni segno fornisce indicazioni temperamentali di massima. L’intensità del segno, misurata in “decimi”, va combinata con il suo aspetto “sostanziale”, “modificante” o “accidentale”, che lo qualifica per la sua facoltà di dominare (se “sostanziale”), accentuare o ridurre le caratteristiche dei sostanziali (se “modificante”) o manifestare, in modo peculiare, il proprio potenziale (se “accidentale”).
Una volta individuati i segni, stabilita la loro intensità e determinate sulla base della loro qualità (sostanziale, modificante o accidentale) le complesse dinamiche che ne derivano, il gioco è fatto: l’analisi (o sintesi) che ne consegue restituisce un ritratto necessariamente unico. Ciò, non dimentichiamolo, anche grazie all’individuazione e decodifica dei cosiddetti “segni fuggitivi”, segni che, sfuggendo più di ogni altro al controllo del conscio, rappresentano in modo assolutamente singolare l’intrinseca natura dello scrivente. La geniale teorizzazione della semiologia fuggitiva si deve, ancora una volta, all’impareggiabile grafologo recanatese, che conosceva gli aspetti più reconditi e qualificanti degli uomini almeno quanto le loro scritture.
Attualmente lo studio della grafologia viene impiegato in diversi ambiti.
Si parla infatti di grafologia professionale (selezione del personale, ricollocazione di profili professionali, assessment ecc.), di coppia (compatibilità di coppia), famigliare (studio delle dinamiche e delle relazioni intra-famigliari), clinica (studio di psicosi, anoressia, bulimia, e altro), evolutiva (dell’età evolutiva) e peritale (perizie grafologiche su firme, testamenti, scritti anonimi ecc.).