Tecniche e…? (Questioni particolari)

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Perito grafologo: la contestualità degli scritti

Contestualità

Rappresenta una delle questioni più ardue per un grafologo. Le possibili ipotesi d’indagine sono volte a stabilire se vi sia contestualità fra:

  • le varie parti di uno scritto o fra più documenti;
  • uno scritto e la firma apposta in calce ad esso;
  • uno scritto e la data in esso riportata.

Quesiti di questo genere possono richiedere la collaborazione di figure professionali supplementari ed esami specialistici, ma in molti casi sono risolvibili dal grafologo peritale con l’ausilio di un buona strumentazione.

Cronologia dei tratti

Si tratta di stabilire la sequenza appositiva di due tratti, per lo più sovrapposti. In una situazione simile, i tratti assumono una configurazione caratteristica in funzione dell’ordine di scrittura, del periodo di tempo intercorso fra i due scritti, della densità dei tratti, tipo di inchiostri, strumenti di scrittura, e carta utilizzata. Con l’aiuto di uno stereomicroscopio o di una lente d’ingrandimento, di un’illuminazione abilmente controllata e di sistemi di imagingIR o digitali, è possibile individuare l’esatta sequenza. Purtroppo la soluzione apparentemente più ovvia può non essere quella giusta. Ad es., un inchiostro molto fluido può finire sotto linee esistenti in modo da trovarsi fisicamente sotto a voci più vecchie.
Le tecniche di imaging possono aver successo se esiste una differenza di colore o di composizione chimica fra lo scritto originale e il materiale coprente. La differenziazione può essere simulata con filtri di colore simile alle sostanze di cancellatura, ma viene meno se lo scritto fraudolento è stato realizzato con un nero autentico. Anche l’uso di luce trasmessa, luminescenza IR, radiazioni UV e illuminazione radente possono accrescere le possibilità di riuscire nella differenziazione.


E NON…

 

Capacità di intendere e di volere

Uno degli ambiti più spinosi sui quali la grafologia peritale è chiamata ad esprimersi è quello della capacità d’intendere e di volere.
Si tratta di una questione estremamente complessa, che richiederebbe una trattazione lunga ed articolata.
Da un punto di vista grafologico, una valutazione di tale capacità passa attraverso lo studio di tre parametri scrittori: pressione, rapporto pressione/ampiezze, rapporto pressione/ampiezze/movimento. Un’analisi di questo tipo non può prescindere dalla raccolta di dati relativi allo stato di salute del soggetto nel periodo immediatamente precedente alla morte.

Mano inerte, mano coatta e mano guidata

Rappresentano i tre casi in cui una persona viene aiutata a scrivere, per lo più un testamento, o a realizzare la propria firma. Il discrimine fra essi è molto labile e difficile da determinare.
Eccoli nel dettaglio:

  • Mano inerte: è quella che, per poter scrivere, dev’essere completamente sorretta e guidata da quella di un altro soggetto.
  • Mano coatta: è quella di un soggetto che, pur rifiutandosi di scrivere, è costretto da altri a farlo.
  • Mano guidata: è quella di chi si fa aiutare da qualcuno a scrivere.

Al grafologo peritale può essere chiesto di esprimersi non solo sul numero di autori di uno scritto, ma anche e soprattutto sul contributo dato da ognuno di essi, questione di gran lunga più delicata e spinosa.