Il caso Lindbergh

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E’ il 1° marzo 1932. A Hopewell, New Jersey, sono da poco passate le 20.00, piove e fa freddo. Betty Gow, governante della famiglia Lindbergh, mette a letto Charles Junior. I genitori del piccolo, Ann e Charles, sono in casa. Charles è l’eroe che ha volato da solo nel 1927 sopra l’Oceano Atlantico.
Sono all’incirca le 22.00 quando Betty, passata per dare un’occhiata al bambino, si accorge che è scomparso. Le imposte della finestra sono aperte e sul davanzale c’è una lettera: Egregio signore! Tieni pronti 50 mila dollari (…). Dopo due-quattro giorni diremo dove consegnare i soldi. (…). Il segnale di riconoscimento di tutte le lettere sarà la firma e tre buchi. La grafia è stentata, e la lettera contiene diversi errori.

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A fare da mediatore tra i coniugi Lindbergh e i rapitori viene scelto John Condon, che paga il riscatto e riceve in cambio dai rapitori una busta, con l’ordine di non aprirla prima di sei ore. All’interno della busta, Condon trova una lettera: Il bambino si trova su una barca di sette metri, con il nome “Nelly”, sulla quale ci sono due persone del tutto innocenti. L’imbarcazione è fra Horseneck Beach e Gay Head, vicino Elisabeth Island. La calligrafia è quella del biglietto precedente.
L’imbarcazione, disgraziatamente, non verrà mai rintracciata.
E’ il 12 maggio 1932: William Allen sta percorrendo una strada deserta a pochi chilometri da Hopewell, quando si ferma per urinare. Si inoltra nella vegetazione e, improvvisamente, s’imbatte in un cadavere. Poche ore dopo, Betty Gow non ha dubbi: il corpo è quello del piccolo Charles.
Qualche anno più tardi, il procuratore David Wilentz individua l’omicida in Bruno Hauptmann. Oltre ad altri elementi, è la scrittura ad inchiodarlo: secondo gli esperti, è sua infatti la mano che ha vergato le due lettere incriminate.
Ulteriori informazioni sono disponibili al sito http://www.crimine.net/wp/?p=14